Al grido di “Internet di Stato Gratis per tutti” (GRATIS: leggasi a spese del contribuente), si stanno offuscando movimenti epocali nell’ambito delle TLC (Telecomunicazioni) italiane. TIM (ex SIP/TELECOM) controllata dalla FRANCESE VIVENDI, è in crisi nera: Da maggio a novembre il Titolo in borsa ha perso oltre il 40% del proprio valore.
Questo ha fatto sì che il fondo statunitense ELLIOTT sia salito in cattedra facendo cadere l’A.D. Genish (voluto da Vivendi) in favore di un proprio rappresentante, Gubitosi, ex commissario straordinario Alitalia.
Ma sotto sotto cosa c’è?
C’è che ELLIOTT vuole spezzettare e vendere TIM per rimettere a posto i conti e ci riuscirà. Solo il nostro Governo potrebbe bloccare tutto ciò, ma…
COLPO DI SCENA: È il Governo a volerlo!
Il Governo è intenzionato a ricomprarsi ciò che fu svenduto da Romano Prodi nel ’97, per creare una nuova “Rete
di Stato”. Oggi le due principali reti in FIBRA OTTICA sono possedute da TIM ed Open Fiber.
Di come il Governo entrerà in possesso della rete di TIM ne abbiamo parlato, ma chi è questa Open Fiber?
Open Fiber è una società creata nel 2016 per volere del Governo, con lo scopo di accelerare la posa di fibra ottica in Italia, anche creando una concorrenza ESSENZIALE con il monopolista di fatto TIM.
La CONCORRENZA ha fatto sì che in Italia avvenisse un cambio di marcia e che le fibre ottiche iniziassero ad essere posate sotto i nostri piedi.
A chi fa capo Open Fiber e come il Governo intende metterci le mani sopra?
In realtà non ci sono molte operazioni da fare in quanto Open Fiber è al 50% di ENEL ed al 50% della CDP (Cassa depositi e Prestiti).
Se di Enel il Governo tramite il MEF (Ministero Economia e Finanze) ha “solamente” una quota azionaria del 23%, di CDP detiene l’83%.
Open Fiber in pratica è già una “cosa di Stato”.
Tutto questo era già ampiamente pianificato e nelle ultime settimane sono iniziate a trapelare notizie in tal senso anche dalle testate giornalistiche:
“Banda larga, in vista accordo Tim-Open Fiber sulla fibra ottica” – Il Sole 24 Ore
“Emendamento del governo su Tim-Open Fiber” – Milano Finanza
Vi ho detto poc’anzi che la concorrenza ha dato il via all’innovazione, tornare ad una rete unica porterà nuovamente ad una situazione di stallo nel medio termine, ma la lungimiranza dello stato nelle TLC non finisce qui!
La Cassa Depositi e Prestiti è il maggior azionista di F2i (Fondi Italiani per le Infrastrutture Società di Gestione del Risparmio S.p.A.) e con F2i è iniziata una campagna acquisti di operatori privati minori, per consolidare ulteriormente il possesso di reti in fibra.
Ed è così che è stata creata IRIDEOS SPA con cui son stati acquistati operatori di caratura Nazionale come INFRACOM (proprietaria di molte fibre ottiche autostradali, tra cui quelle della nostra A4), MC-LINK (che qualche anno fa ha acquisito la bergamasca BIG-TLC, proprietaria di molte fibre ottiche del Bergamasco) ed ora anche CLOUDITALIA.
Questa concentrazione di aziende di TLC in un soggetto riconducibile al Governo, la vedo al pari di un fondo speculativo che si fa grande per schiacciare i piccoli per poi avere campo libero nell’applicare tariffe gonfiate dall’assenza di competitors.
In tutto questo siamo noi a pagare 2 volte, dapprima finanziando questo “shopping”, successivamente pagando la manutenzione dell’infrastruttura che si tradurrà in un canone mensile a fior di tasse.
Noi cittadini ci guadagneremo o perderemo?
23 novembre 2018 – Livio Morina
Articolo pubblicato su “Semplicemente Predore Informa” Anno 3, N°2 – Dicembre 2018